Sono trascorsi pochi giorni dal rientro in Italia dopo il
viaggio in terra etiope e ancora non riesco a mettere ordine ai pensieri e alle
emozioni provate in questa favolosa esperienza.
I colori, i paesaggi, i bambini, gli odori, la
polvere ……tutti gli elementi provati e vissuti si rincorrono in un turbinio che
non lascia spazio alla riflessione.
Terra d’Africa, culla dell’umanità…. percorrendo le
strade polverose spesso ho pensato al passato, a quel passato ricco di speranza
con cui l’uomo primitivo si affacciava al mondo.
Sono stati giorni intensi, vivere un territorio
pedalando ti concede prospettive diverse, nuove scoperte. Lo stupore con cui
vivo ciò che tocco e vedo mi apre il cuore, mi concede un susseguirsi di
emozioni che tutte insieme mi danno vertigini. Stupore che leggo anche negli
occhi dei miei compagni, senza dirci niente ne condividiamo la gioia, le
correnti ascensionali che salgono dai canyon ci avvolgono e ci sospingono al di
sopra del mondo ed è difficile andarsene e distogliere lo sguardo da questa
meraviglia.
Pedalare si, ma ciò che mi circonda è nuovo
e…diverso.
La strada…. polvere e sassi, ghiaia e ciottoli,
salita e discesa….
Il territorio….. campi arati, rocce e canyon, fiumi e
valli a dismisura, spazi aperti e rilievi senza fine….
La gente…. bambini e capre, uomini e asini, stracci e
sudore, donne e bambini, bastoni e piedi scalzi…..
I villaggi….. capanne e animali, case e baracche,
colori e suoni di un altro mondo…..
Abbiamo attraversato un territorio incredibile, siamo
entrati nei villaggi come extraterrestri, abbiamo visto la povertà nella
dignità di un popolo che comunque vive, lavora, sogna e ci accoglie.
Le montagne oltre i 3700m ci hanno lasciati perplessi, le
capanne sparse ovunque, su dirupi a qualsiasi altitudine ci hanno insegnato che
non esiste limite a cui l’uomo non tenda la mano.
E poi i sorrisi dei bambini, disarmanti ai nostri
occhi abituati ai figli della nostra società e del nostro tempo, in cui tutto è
dovuto….
Infine l’arrivo alla mistica Lalibela, città
edificata tra le montagne al tempo in cui il mitico Re che le diede il nome si
affacciava al mondo.
Città ricca di contrasti con le sue chiese scavate
nella roccia nell’idea di creare la copia di Gerusalemme.
La processione per le vie in occasione della festa di
San Giorgio: un misto di cristianesimo e cultura africana, tra crocifissi e
balli pagani.
Grazie Etiopia per questa splendida opportunità e
accoglienza,
grazie compagni di viaggio, amici vecchi e nuovi….
……buona
strada a tutti!!!!!!