domenica 15 settembre 2013

La mia Mongolia Bike Challenge

La mia Mongolia Bike Challenge inizia domenica 1 settembre alle sette e trenta: sono in griglia e all’urlo di Willy (sciusciàààà) viene dato lo start. Tutti i dubbi, i sacrifici, le paure e i km macinati per essere qui sono solo un ricordo. Dopo i primi colpi di pedale tutto ritorna in equilibrio: sono io e la Mongolia tanto attesa, una sfida incredibile, un impresa da portare a termine.


La prima tappa scorre veloce sotto le mie ruote, il sole i paesaggi da scoprire gli animali e il silenzio che li avvolge mi fanno stare bene, li assorbo stupito e incantato e all’ arrivo tutto sembra più facile.
Il campo con le tipiche gher mongole ci accoglie e ci coccola, un mondo colorato e stravagante di bikers da ogni dove si muove tutto intorno mescolandosi in timida armonia con le genti locali, popolo sconosciuto ancora in cerca di un’identità offuscata dalle gesta del grande Temujin.
Rotto il ghiaccio con i primi 120km la tappa successiva risulta molto più facile, un susseguirsi veloce di colline e guadi ci porta al secondo campo dove la routine quotidiana scandisce il tempo: pranzo, pulizia e sistemazione bici, preparazione borracce e abbigliamento, fare e disfare la valigia….


La terza tappa si preannuncia bagnata, dopo la pioggia caduta tutta la notte, lo scenario che ci attende cambia completamente, pronti via e subito guadi e freddo a farla da padroni. La tappa verrà sospesa dopo circa 40 km per l’impossibilità di guadare il fiume Tuul. Da li in poi comincia l’odissea, si torna indietro per circa 20 km, il freddo e il ritmo blando di chi non sa dove andare e per quanto ci penetra nelle ossa, chi ha da vestirsi bene per gli altri….


Ci ospitano nelle loro gher una famiglia mongola e li aspettiamo che lo staff dell MBC si organizzi per trasferirci al campo lungo una strada alternativa. Saranno circa 150 km per 4 ore di viaggio, bagnati e infreddoliti nei pulmini di fabbricazione russa che riescono ad affrontare strade e dislivelli inpressionanti. I più fortunati arrivano al campo alle 8, gli altri a mezzanotte! Nessuno si lamenta, cena e a letto, in tenda e al freddo, forse la notte più fredda trascorsa qui in mongolia a 2000 m.


La quarta tappa viene accorciata, erano previsti 170 km, ma viene tagliata la parte più fangosa e alla fine saranno circa 95 i km percorsi, sole e temperature gradevoli, vallate infinite, cavalli al galoppo, pecore mucche e yack.



Anche la quinta tappa scorre veloce, altri 100km, sembra incredibile ma più passano i giorni e  più il fisico e le gambe si abituano allo sforzo prolungato.


Il tappone 6 che prevede 170 km viene affrontato dal trio italiano in maniera compatta, insieme dal primo all’ultimo km per sostenerci a vicenda, un trenino ad andatura regolare che taglia la steppa mongola. Arrivo completamente senza energie ma pienamente soddisfatto, manca l’ultima tappa e il traguardo è vicino!! Grazie a Daris e a Giuliana, credo che questa sarà la tappa che più porterò nel cuore. Cena al ristorante e prima doccia calda dopo 6 giorni: un lusso!!!


L’ultima tappa sono solo 90 km: una passeggiata, il tempo è bello e mi godo queste ultime ore di Mongolia. L’arrivo è in un posto fantastico, lo vediamo da sotto quando mancano però ancora 10 km, bisogna salire e girarci intorno: un degno finale di questa bellissima avventura.

E poi festa, la cena, le premiazioni ……finalmente la tanto desiderata maglia di Finischer è conquistata.



Ho imparato molte cose da questa mia prima esperienza in una gara a tappe, soprattutto a non sottovalutare mai la natura e le condizioni che ti circondano, puoi avere tutta la preparazione che vuoi, ma se non sei in grado di affrontare le avverse condizioni meteo, qui in Mongolia non vai da nessuna parte.







5 commenti:

  1. IL PRESIDENTE O L'ANONIMO15 settembre 2013 alle ore 17:07

    BELLA FABIO UN'AVVENTURA PROPIO DA INVIDIARE.

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  2. complimenti e invidia per te e per tutti quelli che hanno il coraggio di iniziare una avventura simile

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  3. Grazie......esperienza che consiglio a tutti!!!!Anche ai presidenti anonimi...

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  4. Direi un'impresa epica, che educa ai gesti eroici anche nel nostro piccolo quotidiano, urgono esempi così.

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